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Dec 6, 1995 - Jan 29, 1996, Textilia Gallery
TIBET
TAPPETI 1850/1950

Opening exhibition of Textilia Gallery. On display 53 Tibetan rugs from exclusive collections and divided into five sections – Talisman, Cosmic, Dragon and Phoenix, Flowers, Tigers – according to their symbols.


Hali, January 1, 1996
The tiger’s tale

After more than twelve years in their gallery in Via Margutta, Roman textile dealers Roberto and Enzo Danon have decided to expand into premises conveniently situated just a few doors up the road from their current position. The new space will be used in particular for exhibitions, which could not be accomodated in their old location due to space restrictions.
Their first ever exhibition, inaugurating the new gallery, focuses on Tibetan rugs. In 53 examples, ‘Tibet. Carpets 1850-1950’ examines five aspects of symbolism to be found on Tibetan rugs: the Talisman, the Cosmos, the Dragon and Phoenix, Flower representations and the Tiger. From the last of these, we show a detail of a khaden, a rug used for sitting and sleeping. This rug belongs to a group representing the tiger’s stylized pelt in the form of ‘stripes in pairs’, as defined by Mimi Lipton (The Tiger Rugs of Tibet, London 1988). Here, the abstracted pelt is rendered through a continuous motif of paired stripes forming lip-shapes, with the spine indicated by a central band of crescent-shaped stripes. The visual relationship to areas of contemporary art makes these rugs accessible to a broader public. Galleria Textilia, Via Margutta 8, Rome. Until 29 January 1996.



Corriere della Sera, December 2, 1995
Ecco dai templi buddisti una singolare collezione

Dal 6 dicembre alla galleria “ Textilia “ (Via Margutta, 8) si potranno ammirare cinquantatré tappeti tibetani provenienti dalle collezioni di tutto il mondo. Cinque le sezioni: Talismani, Cosmica, Drago e Fenice, Fiori e Tigri corrispondenti ai vari simboli dei tappeti.



Momento Sera, January 9, 1996
Tappeti dal Tibet

Gli antichi tappeti tibetani esposti alla galleria Textilia in Via Margutta, 8 potranno essere ammirati fino alla fine del mese. Si tratta di una straordinaria mostra che raccoglie cinquantatré tappeti tibetani provenienti dalle più esclusive e prestigiose collezioni del mondo. La galleria Textilia, diretta da Enzo e Roberto Danon, sarà la prima galleria italiana esclusivamente dedicata all’antichissima arte del tappeto e del tessile. Il nuovo spazio espositivo, in una delle vie più prestigiose e magiche di Roma, ha inaugurato lo scorso dicembre. “ Tibet. Tappeti 1850 – 1950 “ si articola in cinque sezioni (Talismani, Cosmica, Drago e Fenice, Fiori, Tigri) che corrispondono ai simboli ed ai colori dei tappeti che, a seconda dell’uso e della destinazione, presentavano immagini diverse. I tappeti con motivi geometrici, cui si attribuivano poteri amuletici, venivano usati come giacigli (Talismani); la simbologia religiosa compariva nei tappeti da meditazione (Cosmica); gli animali simbolici del principio maschile e femminile, il Drago e la Fenice, comparivano nei tappeti dei templi buddisti; i fiori di loto e le peonie venivano scelti per i tappeti di nozze; le tigri invece erano raffigurate per coprire i troni e le selle dei Lama. La galleria è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19,30 eccetto la domenica e i festivi.



Ghereh, April 1, 1996
TIBET. Tappeti 1850-1950

Nel mese di dicembre la nuova galleria Textilia ha inaugurato la sua attività e la sua sede a Roma, in Via Margutta, con una mostra dedicata ai tappeti tibetani. Enzo e Roberto Danon hanno voluto materializzare il loro intento di dare vita ad una vitale galleria, raccogliendo oltre cinquanta pezzi tra i privati e i collezionisti di tutto il mondo, in modo da fornire un quadro completo e suggestivo di una delle produzioni di tappeti più particolari di tutto l’Oriente.
Il costante isolamento dell’altopiano tibetano ha consentito che vi si perpetuassero tecniche di preparazione e annodatura del filato già attestate agli albori della civilizzazione e scomparse da secoli negli altri paesi produttori: è il caso dell’ annodatura su bacchette, che consente di ottenere senza mai serrare un chiodo o recidere il filato un vello compatto e regolare, riducendo al minimo lo sfrido causato dalle ripetute rasature.
La decorazione risente in modo marcato delle influenze estremo-orientali, e ha caratteristiche marcatamente popolari; in Tibet i tappeti erano nella maggior parte dei casi oggetti destinati all’uso quotidiano, all’interno delle case come nei grandi templi. I Danon hanno articolato la bella collezione esposta in cinque gruppi, determinati in base a particolari tipologie decorative, cui peraltro corrispondono altrettante particolari funzioni: motivi geometrici con valore di amuleti o talismani, fossero essi riquadri, poligoni o losanghe ornavano in semplici filari quei tappeti destinati al riposo domestico. Altri e più complessi disegni legati alla simbologia cosmica, come le fasce di nuvole, erano invece riservati ai tappeti da meditazione.
I più classici tra i temi simbolici estremo-orientali, ovvero il drago e la fenice, erano gli ornamenti più consueti per i manufatti destinati ai templi buddisti, mentre garbate composizioni floreali, dominate dalla sontuosa corolla della peonia, richiamavano immagini di armonia e passione sui tappeti che le ragazze annodavano per il proprio corredo, destinati ad un ruolo importante nelle cerimonie nuziali.
Era infine riservato ai tappeti dei Lama il più suggestivo tra i disegni di area tibetana, quello della tigre: raffigurata con una certa ingenuità, ora a figura piena, ora appiattita come una pelle, simboleggiava la dignità e il coraggio, la forza e la potenza. I tappeti esposti sono stati riccamente illustrati in un catalogo che ha accompagnato la mostra.



Il Giornale, January 27, 1996 , Caterina Napoleone
Pelli di tigre e tappeti del Tibet per meditare

Nelle alte montagne del Tibet, a ridosso dei grandi monasteri, in quei territori sconfinati, fino a poco più di un secolo fa si aggiravano guardinghi le tigri e i leopardi delle nevi dal lungo pelo biancastro per quel curioso mimetismo che consente agli animali di defilarsi nel paesaggio nevoso. Ma quel mimetismo non servì alla loro sopravvivenza: con la diffusione delle armi da fuoco soprattutto le tigri in pochi anni furono falcidiate.
I monaci buddisti infatti, secondo l’uso tantrico, adoperavano quelle pelli per incrociarvi sopra le gambe e farvi levitare la loro mistica saggezza. La tigre possedeva intrinseci poteri apotropaici e col balsamo estratto dal suo grasso perfino terapeutici. I monaci assumevano dunque l’atteggiamento degli yoghin tantrici che, scheletrici e ispirati, se ne stanno accoccolati su una pelle di tigre in meditazione come si vedono nelle più belle miniature mogul.
Le tigri scomparvero dalla fauna tibetana, ma non trascorse molto tempo che con un espediente curioso quelle pelli furono sostituite dai monaci con piccoli tappetini che, come le <<preghiere>> musulmane, potevano essere utilizzati per le lunghe meditazioni: e sui quali per non interrompere la tradizione tantrica v’era ordita la sagoma della tigre, una tigre con le sue 108 striature dell’antica credenza buddista. Tigri che andavano perdendo la loro forma, astrattizzandosi fino a riprodurre sul fondo rossiccio o giallastro del tappeto una miriade di segni scuri che simulavano le striature della pelle e potevano anche sembrare un alfabeto mistico o un’esercitazione calligrafica di una scrittura inesistente. Ai primi del Novecento questi bei tappetini adoperati per la meditazione vennero scoperti da quei viaggiatori europei che visitavano il Tibet attratti dal misticismo dei monasteri o dal fascino delle sue alte montagne. E in molti si accorsero della corrispondenza stilistica di quei tappetini geometrizzanti con il gusto dell’Art Déco allora di moda in Europa.
Fu così che la committenza europea fece aumentare vertiginosamente la produzione con la richiesta di motivi sempre più estrosi e astratti ai quali si aggiungevano gli esotici dragoni e stilizzazioni floreali dagli eleganti colori sobri e foncé: con tinte neutre di beige o di grigi biancastri o in rosa spento, rossiccio, arancio marcio o nei colori del muschio o della roccia. La bellissima esposizione romana nella Galleria Textilia di Via Margutta mostra (fino al 31 gennaio) una straordinaria selezione di tappeti antichi. Il visitatore ha la curiosa sensazione di penetrare all’interno di un segreto del misticismo tibetano e di riuscire a decifrare un codice finora oscuro.



Elle Decor, December 1, 1995

Tappeti dal Tibet. Provengono dalle più grandi collezioni del mondo e arrivano a Roma. Cinquantatre pezzi d’arte che si possono anche acquistare. Alla galleria Textilia di Via Margutta,8.Dal 6/12 al 31/1/1996.



Il Tempo, January 16, 1996 , Simonetta Dezi
Le antiche trame del Tibet – preziosi e splendidi tappeti in mostra a Via Margutta

TRAME sofisticate, colori brillanti, insolite figure di antichi miti e misteriosi simboli. Sono gli affascinanti disegni realizzati sui 53 tappeti tibetani in mostra alla galleria Textilia in Via Margutta, 8. Un’occasione rara per conoscere la tradizione tibetana della tessitura dei tappeti. Un’arte che ebbe i9n questo Paese una delle più ricche fioriture. Pezzi davvero speciali, usati per decorare le abitazioni dei nobili o i templi buddhisti e realizzati tra la metà dell’800 e i primi del ‘900. La mostra si articola in cinque sezioni: Talismano, Cosmica, Drago e Fenice, Fiori, Tigri, che corrispondono ai simboli e ai colori dei tappeti. La loro forma infatti e le figure rappresentate differivano a seconda della destinazione. I tappeti con motivi geometrici, cui si attribuivano poteri amuletici, venivano usati come giacigli (Talismani). La simbologia religiosa compariva nei tappeti da meditazione (Cosmica). Gli animali simbolici del principio maschile e femminile, il Drago e la Fenice comparivano nei tappeti dei templi buddhisti. I Fiori di Loto e le peonie, quali simbolo di purezza, bellezza ed amore, venivano scelti per i tappeti di nozze. Le tigri invece erano raffigurate per coprire i troni e le selle dei Lama e nei tappeti posti a protezione dei templi e delle residenze imperiali. La mostra rimarrà nella galleria Textilia fino al 31 Gennaio e sarà aperta tutti i giorni, esclusi domenica e festivi, dalle 10 alle 19,30.



Il Messaggero, December 13, 1995
Le tigri di Buddha sul tappeto

Tappeti in mostra direttamente dal Tibet alla Galleria Textilia in Via Margutta. Si tratta di pezzi antichi e unici, molto diversi dai tappeti persiani o kilim: in lana, hanno disegni molto moderni, alcuni sono quasi astratti in colori chiari, quasi pastello, e segni scuri. Questi sono quelli definiti “ da meditazione ”, mentre altri rappresentano gli animali della giungla, la pantera, il leopardo, la tigre. Nei secoli scorsi erano usati per decorare i templi buddisti o le case importanti. Ora sono tornati di moda fra i collezionisti o per raffinate case moderne, dove pezzi antichi e moderni si miscelano con eclettismo. Talismani, Cosmica, Drago e Fenice, Fiori, Tigri, le cinque sezioni della mostra, che corrispondono ai colori e ai decori dei tappeti. I prezzi oscillano fra sei e otto milioni, ma qualche eccezione arriva anche a dieci.



Il Giornale dell’Arte, December 1, 1995
Tappeti tibetani a Roma

ROMA. Apre una nuova galleria in Via Margutta, Textilia, specializzata in tappeti. <<Tibet. Tappeti 1850-1950>> è il titolo della mostra inaugurale in programma dal 6 Dicembre al 31 Gennaio. Articolata in cinque sezioni, tante quante sono i simboli che a seconda dell’uso decorano i tappeti, la mostra riunisce 53 rari esemplari della produzione tibetana, da quelli a motivi geometrici usati come giacigli, a cui si attribuivano poteri d’amuleto (Talismani), ai tappeti da meditazione decorati con simboli religiosi (Cosmici). C’è poi la tipologia degli animali (drago, fenice e tigre), e quella dei fiori, un motivo decorativo questo scelto per lo più per i tappeti di nozze.



La Stampa, November 27, 1995 , Maria Vescovo
rubrica - scegliendo tra le mostre

ROMA.Galleria Textilia. <<Tibet. Tappeti 1850-1950>> (fino al 31 Gennaio). Si tratta di un gruppo di straordinari tappeti tibetani provenienti dalle più esclusive e prestigiose collezioni del mondo. Tappeti usati per decorare le abitazioni nobili o i templi buddisti, sorprendenti per bellezza e colori.